Neo femminismo e nuove tecnologie

Scambio di e.mail tra Alessandra Ghimenti e Liliana Moro

 


Artemisia Gentileschi

 

Ciao Liliana,

[…]  Ieri sera mentre preparavo le cose per il corso ascoltavo anche la vostra discussione, spero che non ti offenda.... A parte che era estremamente interessante, ricca di stimoli, e di punti di vista arricchenti, c'è una riflessione, in particolare, che mi ha colpito: gli interrogativi circa le giovani generazioni. Ho continuato a pensarci a casa, e a chiedermi cosa si può fare per rivolgersi alla mia generazione, e a quelle successive, e soprattutto dove sono.Mi permetto di dirti la mia opinione al riguardo, sperando di non farti/vi cosa sgradita.

Da quando ho cominciato a frequente la LUD, e l'Unione femminile, in effetti mi sono sempre chiesta perché le giovani siano così poche, dato che affrontiamo argomenti che io personalmente reputo interessanti, e su cui so pochissimo. Non credo che sia il contenuto, il punto. Penso più che sia la forma. L'associazionismo, per quel poco che ne ho potuto vedere io, è molto cambiato. Il feminist blog camp, è stato illuminante. Le persone non s'incontrano più fisicamente ma virtualmente, la comunicazione passa soprattutto attraverso internet, dove si comunica, si discute, ci si informa, e dove si sposano anche cause sociali.

E' una forma di contatto all'apparenza più "fredda", più comoda, più impersonale, però alla fine è quella che viene privilegiata e quindi è giusto penetrarla e adottarla. Su internet è facile infervorarsi, parati da uno schermo che cela l'identità. E' facile cliccare un tasto per aderire a un movimento, per sottolineare la propria appartenenza politica, per esplicitare dei pensieri. E' facile, non costa niente, non comporta conseguenze, non ci scompone più di tanto. E' tutto vissuto sulla superficie della pelle, che si può ritrarre, pigiando un altro tasto. Però non è tutto negativo. L'impersonalità di internet spesso consente alle persone di aprirsi davvero. Dietro un nickname, un avatar costruito, si nasconde quella personalità che nella vita vera si cela. Ho sentito spesso mie amiche dire che gli amici virtuali conoscono + cose di loro stesse, di quante non ne conoscono le persone che le contornano nella vita concreta.

Su internet nascono movimenti, si coordinano, si scambiano idee, informazioni, tutto il passaparola passa da internet e qui si raggiungono le persone, specialmente quelle giovani. Il feminist blog camp è stato organizzato senza conoscersi, solo attraverso mail. A Torino ci sono state almeno 300 persone provenienti dalle realtà più diverse, affluite dall'italia e dall'estero, di tutte le età, ma prevalentemente della fascia  20-35. Le associazioni femministe giovani ci sono. Lì ho conosciuto anche ragazze di milano, collettivi che si riuniscono in maniera informale, in spazi privati, che parlano, che organizzano. Devo dire che la prevalenza di questi collettivi è estremista, di un estremismo che io (di estrema sinistra da sempre) trovo ottuso, miope e autoreferenziale. Condannano i media tout court, il movimento Se Non Ora Quando, e generalmente tacciano di "fascismo", di scarsa informazione o impegno tutte coloro che la pensano diversamente da loro. Ma non tutte, sia chiaro!!

Ho trovato lì persone come Giorgia Vezzoli, Franscesca Sanzo, Giulia Camin e altre, che conoscevo solo x i loro blog, che hanno molto da dire, che offrono un attivismo vivo, intelligente, stimolante, informato, proprio quello che sembra mancare in questa Italia malata. Certi media sono invasi da una visione distorta della mia generazione, perché certi comportamenti fanno più audience di altri. Ma non tutte sono così. Nel
silenzio della rete ci sono migliaia di donne, che si associano, o che si attivano come singole, che cercando di diffondere la loro indignazione e le loro idee. E' vero che le piazze sono viste come un territorio riservato alle mamme, e forse per un complesso edipico di protagonismo, o forse perché hanno seguito l'evoluzione della tecnologia, le giovani hanno scelto come piazza la rete. E si arriva, anche il messaggio, arriva.

A Torino ho riconosciuto (grazie alle foto su facebook!!!) una ragazza con cui avevo parlato. L'ho chiamata e mi sono presentata. Accanto a noi passavano altre ragazze che mi hanno sentito: "AH!!! Alessandra Ghimenti! Ma io ti conosco!! Ho visto il video/leggo il tuo blog!". Mai avrei pensato che qualcuno, oltre la cerchia delle persone "reali" mi conoscesse per nome!! Ed è stato così per tante partecipanti, tutte quelle che scrivono! Insomma, tutta questa lunghissima sbobba per dirti come la penso. Io credo che sia davvero possibile uno scambio e un incontro con le giovani generazioni, basta parlare la loro lingua. Ieri Anna (Montecroci) mi parlava della pagina facebook della Lud, e dell'importanza di raggiungere le persone così. Sono d'accordo con lei. Sviluppare la piattaforma internet e sfruttarla avvicina le generazioni! Magari anche fisicamente.

Al prox incontro ragazze di ieri e di oggi ci sarà anche Giorgia Vezzoli, appunto. Lei parlerà della comunicazione online e dell'attivismo sulla rete. Credo che sia interessantissimo in questo momento il suo intervento. Tra l'altro ne ha parlato sul suo blog che è molto letto, e questo porterà sicuramente giovani donne a conoscenza di  tutte le cose che vengono fatte all'ufn e alla lud! Sono approdata a voi x caso, navigando in internet, un giorno di settembre di ormai 2 anni fa....e mi sono innamorata di tutto quello che ho scoperto in voi e con voi! Magari anche grazie a quest'occasione, molte faranno lo stesso mio percorso! Un abbraccio e un ringraziamento ancora x tutto!
Alessandra

Cara Alessandra,

ti ringrazio moltissimo di queste riflessioni che, ti confesso, fanno un po' il punto su una serie di pensieri che da tempo mi frullano sulla difficoltà di comunicazione per la diversità delle forme di comunicazione (non per i contenuti) nelle nostre diverse generazioni.  D'altra parte mi aprono in modo più preciso tutta una serie di interrogativi. La differenza tra virtuale e reale, il rapporto tra i due piani....  Mi ritrovo in molte delle cose che scrivi. Ricordo l'emozione con cui ho incontrato di persona donne conosciute attraverso il sito della Lud o la passione con cui abbiamo aperto la discussione sulle nuove tecnologie nel lontano 1996, sentendoci -almeno nel mio caso- piacevolmente tra addette ai lavori, una cosa un po' da iniziate, in cui era possibile formulare pensieri nuovi.
Sulla base dell'esperienza dei nostri gruppi di discussione e dei nostri incontri, dove ha tanta rilevanza la corporeità proprio nello sviluppo del pensiero comune, noi abbiamo sempre diffidato della comunicazione con altre che di fatto avviene in solitaria davanti al video. Ma ormai non se ne può prescindere. E poi ci sono gli eventi come quello che hai raccontato. Credo sia urgente un ripensamento di tutta la questione perchè mi sembra ormai impossibile pensare al reale e al virtuale come dimensioni separate, o peggio opposte; però è anche importante non confonderle. Di fatto l'intreccio è continuo e anche le donne della mia generazione fruiscono ampiamente delle enormi potenzialità offerte dal web e dalla comunicazione attraverso la posta elettronica. Certo è ben diverso quanto accade nella vostra generazione. E proprio per questo un confronto sarebbe davvero interessante. Perchè non pensiamo a momenti di incontro su questo? Dopo l'incontro di Ragazze di ieri e di oggi c'è la "lezione" su FaceBook di Anna Montecroci e Sara Sesti il 25 gennaio che può essere un altro momento.
Liliana

 

 

27- 01-2012